Un discorso durato 12 minuti, accolto da una standing ovatione e scandito da applausi, nonostante alcune assenze “rumorose”, soprattutto tra le fila di Lega e M5S. L’intervento in videocollegamento del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, alla Camera ha ricevuto un’accoglienza calorosa. “L’invasione russa – ha detto Zelensky – sta distruggendo le famiglie, la guerra continua a devastare città ucraine, alcune sono completamente distrutte come Mariupol, che aveva mezzo milione di abitanti. È come Genova, immaginate Genova completamente bruciata”. Il presidente ucraino ha ricordato il tragico numero dei bambini uccisi, bilancio drammatico passato da 79 a 117 in una settimana. “A Kiev – ha aggiunto ancora – torturano, violentano, rapiscono bambini, distruggono e con i camion portano via i nostri beni. L’ultima volta in Europa è stato fatto dai nazisti”.
Senza riferirsi a richieste che aveva fatto in precedenza, come una no-fly zone assicurata dalla Nato, Zelensky ha chiesto “altre sanzioni, altre pressioni”.
Al discorso del leader ucraino ha replicato brevemente il premier italiano, elogiando la resistenza “eroica” di “tutti i luoghi in cui si abbatte la ferocia del presidente Putin”. “Oggi l’Ucraina non difende solo se stessa ma la nostra pace, libertà e sicurezza – ha aggiunto Mario Draghi -. Vogliamo disegnare un percorso di maggiore vicinanza dell’Ucraina all’Europa: è un processo lungo fatto di riforme necessarie. L’Italia è a fianco dell’Ucraina in questo processo. L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea”. Il premier ha ricordato anche che l’Italia ha congelato beni per oltre 800 milioni di euro agli oligarchi russi vicini a Putin. “A chi scappa dalla guerra – ha aggiunto Draghi – dobbiamo offrire accoglienza e di fronte ai massacri dobbiamo rispondere con aiuti, anche militari, alla resistenza”.
Il discorso del leader ucraino, come detto, è stato accolto con favore. Ma qualche voce critica non è mancata. Tra i “dissidenti”, l’ormai famoso presidente Cinquestelle della commissione Esteri, Petrocelli, assurto dagli onori della cronaca per le sue posizioni filo-russe. Petrocelli ha disertato il discorso di Zelensky e ha chiesto che il M5S ritiri ministri e sottosegretari dal governo Draghi. Governo “colpevole” di inviare armi all’Ucraina in guerra, “rendendo di fatto l’Italia un paese co-belligerante”. Al deputato dissidente ha risposto il ministro, Federico D’Incà. “Quelle di Petrocelli sono considerazioni personali – ha sottolineato -. Le sue posizioni non rappresentano il M5S. Le posizioni del partito sono quelle indicate da Conte”.
Qualche distinguo è arrivato anche dalla Lega. Lo stesso Matteo Salvini ha detto: “Quando si parla di armi non riesco a essere felice”.
Sul fronte diplomatico, Zelensky ha ricevuto ieri anche la telefonata di Papa Francesco. Il presidente ha invitato il pontefice a Kiev e gli ha detto che una mediazione di pace della Santa Sede “sarebbe vista con favore”. Il presidente ucraino ha anche rilanciato l’idea di un incontro diretto con il suo omologo russo, Vladimir Putin, dicendosi aperto a discutere della Crimea e delle autoproclamate repubbliche russofone, ma a condizione che la trattativa si svolga dopo la proclamazione di un cessate il fuoco.
Fonte: conuistedellavoro.it