Sbarra all’iniziativa del Cnel: “A 30 anni da allora serve un nuovo Accordo Ciampi per spezzare questa spirale inflazionistica”

“Sappiamo quanto gli accordi del ‘92 e del ‘93, siglati con la regia di due grandi presidenti del Consiglio come Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi, furono decisivi per avviare la stagione della concertazione che permise all’Italia di evitare il baratro e di riprendere una risalita che ci avrebbe portato negli anni successivi, nel gruppo dei paesi fondatori della moneta unica europea”. Così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra intervenuto oggi al Cnel alla “Giornata di confronto con le Parti sociali a 30 anni dal ‘Patto Ciampi’ del 1993″, ringraziando Tiziano Treu e il Cnel per l’invito e per aver promosso questo giornata di confronto “di assoluto valore e di grande preziosità” ed esprimendo stima, amicizia ed un augurio di buon lavoro al neo presidente del Cnel Renato Brunetta e al professor Giuliano Amato. “Di entrambi – . ha detto – la Cisl apprezza la grande sensibilità sociale e l’impegno istituzionale profuso in questi anni nel paese per promuovere, coltivare, una cultura della partecipazione e del dialogo concertativo”.

“Non accade spesso che la celebrazione di un anniversario riesca ad assumere un doppio significato – ha osservato Sbarra spiegando che “da un lato ci richiama, e ne sottolinea l’importanza, al ricordo di una esaltante pagina del passato di questo Paese, con l’esperienza degli accordi del 92’ e del 93’, dall’altra ci stimola, ci sprona, proprio a partire da quel modello, da quella stagione, a trarne qualche insegnamento ed a guardare avanti con rinnovata condivisione”.

“Ricordo l’interesse verso quel modello e ricordo che l’Italia era diventato un riferimento anche per l’Europa. Noi dovremmo tentare di recuperare quella memoria e rilanciare una visione nuova, un protagonismo forte a livello politico, istituzionale, tra le parti sociali di questo Paese.(…) L’Europa ci invidia il patrimonio di relazioni sindacali e industriali. Siamo unico riferimento pe qualità, quantità, decentramento , integrazione della contrattazione e noi dovremmo rinunciare al nostro patrimonio storico negoziale e contrattuale che esalta e valorizza le relazioni sindacali per inseguire attraverso la legge le esperienze e i modelli di paesi dove la contrattazione è stata smantellata. Avvelenata, distrutta per la supremazia della legge?” (…) “A 30 anni da allora serve un nuovo Accordo Ciampi” ha poi sottolineato. ”Allora bisognava frenare la rincorsa prezzi-salari, oggi è indispensabile spezzare una spirale inflazionistica, ‘da offerta’, legata a prezzi energetici e alla propagazione del carovita nei beni essenziali. Un metodo neo-concertativo aggiornato è indispensabile per raggiungere due obiettivi che possono cambiare in meglio il nostro modello di sviluppo: un nuovo statuto della Persona nel mercato del lavoro e una evoluzione partecipativa delle relazioni industriali”.

 

Fonte: cisl.it