“Come Cisl riteniamo la riforma sulla non autosufficienza non più rinviabile, essenziale per affrontare, da una parte, le prospettive del welfare socio sanitario ed i diritti da garantire, dall’altra, per lo sviluppo stesso del Paese essendo strettamente correlata ai nodi strategici della crescita: ad esempio alle opportunità offerte da un bacino occupazionale ad alta intensità di lavoro; alla conciliazione vita/lavoro ed all’occupazione femminile; al tema del contrasto alla diseguaglianza e povertà, alla divaricazione territoriale”. Lo dichiara il segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello, al termine dell’iniziativa online ‘Riforma non autosufficienza, una delega da approvare entro marzo 2023”. “Un approfondimento va fatto tra questa riforma e quella già approvata sulla disabilità, in attesa dei relativi decreti delegati, per evitare una duplicazione di sistema tra disabili ed anziani non autosufficienti non giustificata dalla specificità della condizione (pensiamo ad esempio alla funzione di accertamento e valutazione). La nostra preoccupazione è duplice: da un lato che in assenza di risorse ulteriori la riforma sia realizzata solo convertendo le risorse dell’indennità di accompagnamento dall’altro che la carente infrastrutturazione dei servizi e della loro qualità divenga un ulteriore vincolo ai percettori senza offrire un reale valore aggiunto. Sulla qualificazione del lavoro di cura il testo appare ancora generico perché per le pur importanti agevolazioni all’utilizzo di “badanti”, questa dovrebbe essere più strettamente connessa a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 234/2021 rispetto ai servizi (es. di supporto) ed ai programmi ed alle misure di qualificazione (vedi anche PNAA 2022/2024) che debbono coinvolgere le parti sociali e gli enti bilaterali di settore. Generico appare il riferimento dei percorsi formativi “ad hoc” per tutti gli operatori impegnati nei servizi agli anziani. Il supporto ai caregiver familiari ed il loro raccordo con il sistema dei servizi è una delle richieste sindacali. Bene il riferimento alla valorizzazione delle competenze acquisite dall’esperienza che non possono essere definite “professionali” così come nel testo. Serve rafforzare l’alleanza sociale sulla riforma e l’interlocuzione con tutte le istituzioni interessate, altrimenti rischiamo ancora una volta di non avere alcuna riforma, e questo non ce lo possiamo davvero più permettere per la dignità delle persone anziane e non autosufficienti che rappresentiamo”.

 

Fonte: cisl.it