Riaprire la trattativa per definire il nuovo Ccnl Rsa atteso da più di 14 anni. E’ l’obiettivo comune di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl e del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che qualche giorno fa si sono incontrati proprio per porre le basi di quello che dovrebbe essere l’avvio della trattativa per sanare la grave situazione in cui versano, da anni oramai, le lavoratrici e i lavoratori che operano nel settore delle Rsa, dopo la mancata apertura del negoziato, nonostante gli impegni formali assunti nel giugno 2020 dalle due associazioni datoriali Aiop e Aris. Una situazione che ha costretto gli stessi lavoratori a percorsi di mobilitazione ancora in corso in tutte le regioni.
E proprio allo scopo di risolvere questa problematica, le categorie di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro col titolare del dicastero della Salute, il quale, da parte sua, ha mostrato la propria disponibilità ad avviare, prima possibile, una trattativa con i presidenti di Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione Religiosa Istituti Sociosanitari), organizzazioni nei confronti delle quali i sindacati hanno chiesto “di intervenire per sbloccare la fase di stallo e favorire l’avvio di un tavolo unico che porti alla sottoscrizione di un contratto che possa finalmente dare risposta alle lavoratrici, ai lavoratori, alle professioniste e ai professionisti che in questi anni hanno comunque continuato a contribuire alla tenuta del Servizio Sanitario Nazionale, soprattutto nel periodo pandemico”. Una situazione non certo facile, soprattutto alla luce del fatto che, nonostante la crisi pandemica sia stata superata, le condizioni del Ssn rimangono deficitarie e piene di lacune da colmare fornendo al comparto maggiori dotazioni economiche, così come richiesto più volte dagli stessi sindacati.
Nel corso dell’incontro di qualche giorno fa col ministro Schillaci, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno fatto il punto anche sul problema del dumping contrattuale dilagante nel settore. Secondo i sindacati, infatti, la presenza di una serie di Ccnl siglati da organizzazioni sindacali non rappresentative ha portato in questi anni allo svilimento delle lavoratrici e dei lavoratori, all’abbassamento delle tutele e dei trattamenti economici, oltre all’impossibilità di realizzare quella “piena valorizzazione del personale che Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl hanno contribuito a realizzare sia nel settore della sanità pubblica sia in quello della sanità privata”.
Proprio per ovviare a questa situazione, le organizzazioni sindacali hanno chiesto che “nei nuovi percorsi regionali di accreditamento delle strutture, definite nel decreto del ministero della Salute dello scorso 6 dicembre, sia contemplata, tra i requisiti necessari, anche l’applicazione dei Ccnl di settore maggiormente rappresentativi per giungere a parità di tariffe erogate alle strutture sanitarie e socio-sanitarie, e ad una armonizzazione dei diritti e dei trattamenti economici riconosciuti al personale”.
Un problema che ha messo d’accordo sindacati e ministro, il quale, anche su questo, ha dato la propria disponibilità massima ad avviare un confronto col presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga.
Un confronto proficuo, quindi, a chiusura del quale è stata manifestata la comune volontà di incontrarsi nuovamente per affrontare insieme anche i temi della stabilizzazione del precariato, dell’insufficienza delle risorse e dei tetti di spesa e procedere, infine, alle assunzioni nel settore pubblico.


Fonte: conquistedellavoro.it