Le origini della violenza contro le donne, violazione dei diritti umani, devono essere ricercate nella struttura stereotipata della società patriarcale, costituita da disparità di genere basate sulla pericolosa idea dell’inferiorità della donna rispetto all’uomo.
Gli stereotipi culturali propongono modelli rappresentativi delle relazioni fortemente asimmetrici, dove le donne rimangono imprigionate in ruoli di subordinazione e sudditanza, in un percorso di vita invisibile, di silenziosa acquiescenza a compiti e doveri con prevaricazioni di forza e potere maschile.
Molti sono gli stereotipi culturali, erroneamente radicati, da destrutturare nel collettivo comune, come quello di considerare la violenza agita solo in fasce svantaggiate ed emarginate, in realtà una vera e propria drammatica piaga sociale che investe tutti i ceti culturali, sociali ed economici, o messa in atto da soggetti affetti da patologie con diagnosi psichiatriche conclamate o da chi fa abuso di alcool o sostanze stupefacenti (solo il 20% dei casi) e questo falso mito purtroppo induce le vittime a giustificare i comportamenti del partner. Si ritiene che i soggetti violenti siano ignoranti o con problemi economici mentre sul territorio nazionale nel 65% dei casi il violento ha un livello culturale e una professione di livello medio-alto; che il pericolo sia fuori casa per opera di sconosciuti o appartenenti ad altre nazionalità mentre nel 97% la violenza si svolge tra le mura domestiche da familiari connazionali; errata convinzione che è violenza solo quella fisica non tenendo conto della violenza psicologica, subdola ed invisibile, caratterizzata da umiliazioni, isolamento sociale, denigrazione, forme di controllo, gelosie sulle relazioni sociali, disvalore e tutto ciò mina profondamente l’autostima, l’identità e l’immagine di sé determinando danni sulla salute psico-fisica.
Necessario è abbattere lo stereotipo del marchio sociale che stigmatizza le donne come colpevoli e non come vittime e che contribuisce alla decisione, per paura di ritorsioni verso figli e familiari, alla dipendenza abitativa ed economica ed a continuare a subire restando in silenzio nella spirale della violenza.
Molti sono i danni degli stereotipi del linguaggio poiché le parole costruiscono i pensieri sulla base dei quali si sviluppano i propri atteggiamenti e comportamenti così come le rappresentazioni del femminile nei media che tendono ad identificare la donna come modello moglie-madre-oggetto erotico con informazioni distorte sul ruolo di genere.
Altro stereotipo è il giustificare il partner ritenendolo geloso, innamorato, passionale, scambiando tali manifestazioni per amore; non è amore quello che domina, che ferisce il corpo e la mente, che fa vivere nella paura di fare e di dire, non è amore quello che sistematicamente demolisce l’altro, comprime o distorce la personalità con la violenza, non è amore quello che conduce in un deserto di sofferenza, tristezza e di umiliazione: l’amore è libertà e rispetto reciproco, nulla a che fare con il possesso e la violenza.
Il Coordinamento Politiche di Genere Nazionale FNP ritiene che il superamento degli stereotipi di genere deve essere combattuto sul piano culturale, attraverso percorsi educativi per favorire un cambiamento sociale in primis nelle scuole con interventi non sporadici ma che devono rientrare in una programmazione continua della cultura di genere affinché si tenga conto che le differenze sono un valore nelle relazioni tra uomini e donne che hanno pari diritti, doveri e dignità. E’ necessaria una formazione di figure di sostegno, una rete sociale di supporto e di solidarietà attraverso azioni politiche-sociali positive, orientate al contrasto della violenza come la protezione e tutela delle vittime nei centri d’accoglienza, bisogna garantire consulenza psicologica e giuridica, la condanna dei reati così come è necessario creare spazi d’ascolto e di interventi sugli uomini violenti per intraprendere un percorso di cambiamento che aiuti a gestire le emozioni in modo adeguato.
Cambiare i preconcetti, gli stereotipi di genere è una realtà possibile se la società svilupperà la cultura della non violenza, ma lungo è il percorso…

 

Eva Santangelo
Coordinamento Politiche di genere

FNP CISL

 

Fonte: pensionati.cisl.it