La tragedia di Lorenzo: aumentare investimenti e controlli sulla sicurezza

Per lo IAL: non impoverire le prospettive formative per tanti giovani.

La morte di un ragazzo lascia sempre attoniti. Come attoniti lascia, o dovrebbe lasciare, ogni morte sul lavoro.

Questo è il sentimento che prevale di fronte alla scomparsa di Lorenzo Perelli, allievo del IV anno di un percorso duale nel settore della meccanica industriale, insieme al cordoglio e alla solidarietà verso i suoi cari, e all’urgenza di veder chiarite al più presto le responsabilità perché sia fatta giustizia.

Su questa drammatica vicenda si sono registrate purtroppo anche polemiche e mistificazioni, in parte legate ad una conoscenza confusa dei modelli formativi (quello in questione è un percorso in modalità duale della Istruzione e Formazione Professionale che non fa riferimento all’alternanza scuola-lavoro introdotta per tutti gli Istituti scolastici dalla legge 107 del 2015, citata da tanti organi di stampa) ed in parte espressione di una cultura e di una percezione collettiva che ancora oggi gerarchizzano il sapere e il saper fare, attribuendo ad essi e ai percorsi ordinamentali in cui si traducono, diverso valore e differente legittimazione sociale. Mettere in discussione radicalmente la relazione scuola-lavoro vuol dire negare che i saperi e le competenze si costruiscono anche al di fuori delle mura scolastiche; vuol dire negare ad un ragazzo o a una ragazza l’opportunità di adempiere al diritto-dovere di istruirsi e formarsi secondo il proprio stile di apprendimento, le proprie capacità e talenti; vuol dire illudersi che si proteggano di più i giovani, precludendo loro la possibilità di sperimentarsi nella complessità del reale. Sottrarre i giovani alla sfida che è crescere, una sfida che ciascuno di essi sperimenta, reinterpreta e realizza con il proprio sguardo, il proprio stile di apprendimento, significa, per gli adulti, per gli educatori, abdicare al proprio ruolo, alla propria responsabilità. In questo senso pensare di metterli al riparo non significa tutelarli, bensì renderli più deboli quando dovranno affrontare la sfida dell’ ”essere adulti”. I luoghi di lavoro sono e resteranno rischiosi in sé. Per questo sono indispensabili le norme, i ruoli, le responsabilità, i controlli, per il cui rafforzamento complessivo la CISL ha sempre rivendicato – anche unitariamente – risorse, impegni, iniziative concrete e diffuse di informazione e formazione …

Una infrastruttura normativa e organizzativa indispensabile, quindi, per prevenire, arginare, ridurre il rischio, sapendo che esso non potrà mai essere eliminato in sé. Ed espellere la cultura del lavoro, la sua esperienza e conoscenza, dalla formazione dei giovani, non renderà nessuno più sicuro. E nessuno più uguale. Sarebbe un grave arretramento anche rispetto a strategie ed obiettivi europei per la crescita e la coesione, ritrarsi rispetto alle esperienze di alternanza o superare il sistema duale che, da percorso di recupero efficace anche rispetto all’abbandono e alla dispersione, si sta affermando in questi anni come scelta vocazionale per migliaia di giovani che trovano nella Istruzione e Formazione Professionale la propria strada, educativa e professionalizzante.

La morte di Lorenzo è una tragedia immensa. Richiama ognuno a mettere in campo una più forte ed autentica responsabilità per l’effettiva applicazione e la rigorosa vigilanza sulle norme a tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro per tutti coloro che vivono quei luoghi: lavoratori, apprendisti, studenti, tirocinanti, e anche imprenditori. Su questa priorità l’indirizzo strategico e l’impegno attivo della nostra Organizzazione sono netti e come tali sono diventati un punto di riferimento per tutto il mondo del lavoro.

Per questo IAL Nazionale ha chiesto che Forma (l’associazione degli enti storici di Formazione Professionale) si esprimesse su questo punto con rigore: la formazione e il rispetto della normativa sulla sicurezza sono parte inderogabile di tutte le esperienze di alternanza e del duale e, come Enti di formazione, siamo i primi a rivendicarne la integrale applicazione da parte delle aziende e una più forte vigilanza da parte delle istituzioni. In un momento drammatico, di fronte alla perdita di una giovane vita, non è stato facile poter comunicare correttamente quanto sia importante, valida, anche appassionante, nonostante le difficoltà, l’esperienza dell’apprendimento basato sul lavoro che si realizza nel sistema duale. Una esperienza alla quale concorrono con professionalità docenti, coordinatori, tutor dei centri di formazione, in collaborazione con migliaia di aziende che accolgono questi studenti, mettendo in campo le loro risorse.

“Lorenzo era sereno, contento di andare in quell’azienda”. Con quanta forza arrivano le parole della madre di Lorenzo, che con pudore e rispetto facciamo nostre, assieme alla sua richiesta di non usare il suo nome per speculazioni!

Di questo cammino conosciamo tutte le difficoltà. E sappiamo, come persone operanti a vario titolo nella rete IAL, di poter far conto sul sostegno attivo e competente della CISL, in tutte le sue articolazioni ed espressioni, il che rafforza la nostra determinazione e l’impegno perché la formazione per e nel lavoro si affermi come risorsa sociale, come opzione educativa, come fattore di crescita. 

 

Fonte: pensionati.cisl.it