Ricordiamo che, per conoscere la somma esatta della propria pensione di settembre, basta consultare il cedolino presente nel proprio fascicolo previdenziale sul sito INPS, accedendo con credenziali SPID, CIE o CNS.
Sul cedolino sono presenti i dettagli sull’assegno di ciascun mese e sugli eventuali conguagli delle tasse pagate che possono rendere diverso l’importo.
La tassazione sulle pensioni viene gestita direttamente dall’Inps che si trattiene l’importo sugli assegni pensionistici e lo versa all’agenzia delle entrate. INPS provvede da agosto in poi ad effettuare i conguagli a credito o a debito tra le tasse dovute e quelle già trattenute nel corso dell’anno per coloro che hanno come sostituto di imposta l’INPS.
Da ottobre “buone nuove”
Da ottobre scatterà l’aumento degli importi del 2,2% per le pensioni fino a 2692 euro.
Va specificato che si tratta dell’anticipo di tre mesi (ottobre 2022 invece che gennaio 2023) del consueto adeguamento all’inflazione misurato dall’Istat che viene effettuato ogni anno, detto anche perequazione. Quest’anno il governo ha deciso di anticiparlo e rafforzarlo per talune fasce di reddito.
Sono somme che i pensionati avrebbe ricevuto comunque nel gennaio 2023, ma che vengono sostanzialmente anticipate a ottobre 2022 per i pensionati che rientrano nella platea dei beneficiari (redditi pensionistici annui fino a 35mila euro).
Chi ha una pensione più alta non riceverà l’anticipazione della rivalutazione del 2%, che incasserà invece – in misura piena – dal prossimo 1° gennaio 2023.
Pensioni di settembre con conguagli IRPEF
Su molte pensioni l’Agenzia delle Entrate ha applicato la trattenuta degli importi a debito risultanti dall’ultima dichiarazione dei redditi (conguaglio IRPEF). Al contrario, qualora si vantino dei crediti con il Fisco, questi verranno versati nella pensione, comportandone un aumento netto.
Assegno ridotto senza modello RED
Ad abbassare ulteriormente gli assegni previdenziali di settembre ci sono le possibili trattenute applicate qualora il pensionato risulti titolare di rendite collegate al reddito non dichiarate mediante presentazione del modello RED. L’Istituto ha infatti più volte sollecitato l’invio di tale documento, con l’obiettivo di essere messo a conoscenza della situazione reddituale all’anno 2019. Per gli inadempienti le trattenute saranno pari a circa 10 euro per le integrazioni al trattamento minimo e al 10% della pensione per gli altri trattamenti. Nello specifico a rimetterci saranno coloro che non risultano in regola perché non hanno risposto ai solleciti fornendo i dati reddituali del 2019.

 

Fonte: pensionati.cisl.it