“L’economia digitale può aiutarci ad uscire dalle secche della crisi rilanciando competitività e flessibilità delle imprese, efficienza della Pubblica amministrazione e qualità del lavoro. Ma potrà farlo solo se riusciremo a governare insieme il cambiamento, dandogli un volto umano, socialmente sostenibile”. Così Luigi Sbarra, segretario generale Cisl, intervenendo all’iniziativa della Camera di Commercio di Cosenza ‘L’economia digitale e il cambiamento del modello sociale’.
“La chiave di un nuovo modello sociale – ha aggiunto – sta nella valorizzazione della persona che lavora, del suo apporto creativo, in un protagonismo da cogliere all’interno della contrattazione e con nuove leve ed investimenti che difendano e promuovano la buona occupazione”. Per Sbarra, “l’equa transizione digitale va fatta nel solco di una nuova agenda sociale. Dobbiamo fare il più grande investimento di sempre sulla formazione, l’occupabilità e le competenze; occorre portare sino in fondo la riforma universalistica degli ammortizzatori, connettendo il sostegno al reddito a politiche attive solide e generative; bisogna valorizzare la contrattazione di prossimità, incrementando la produttività, ridistribuendola sui salari, cogliendo tutte le le potenzialità del lavoro agile negoziato; serve un grande sforzo in più sulla filiera della conoscenza, a partire dalla scuola, dagli ITS, dall’università. E poi va colta “l’occasione epocale di una svolta sulla partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese”.
Tutto questo “deve accompagnarsi, specialmente al Sud, con un grande intervento sulle infrastrutture fisiche, sociali e logiche che dia accesso universale alle reti e spezzi le diseconomie tra Sud e Nord, tra l’Italia ed il resto d’Europa. Per questo bisogna avviare una governance partecipata degli investimenti e delle riforme e dare forti condizionalità sociali alle risorse del PNRR, cominciando proprio dai 40 miliardi stanziati su innovazione e digitalizzazione. La sfida è riunire il Paese su un progetto di rinascita che non escluda nessuno, verso un nuovo Patto sociale che ambisca a legare buona flessibilità e solidarietà, produttività e partecipazione, crescita ed equità, tecnologia e progresso per tutti”.
Fonte: cisl.it